Venticinque detenuti del carcere della Spezia hanno seguito, tra il 2019 e il 2020, laboratori di recitazione, drammaturgia, scenografia, scenotecnica e fonica. Avrebbero dovuto incontrare il pubblico “di fuori” in uno spettacolo teatrale alla fine di questo impegnativo percorso, ma la pandemia ha bloccato tutto. Dal percorso creativo scaturito è stato realizzato un film, “CIÒ CHE RESTA – appunti dalla polvere”, che vede protagonisti i detenuti attori, da oggi visibile sulla piattaforma www.progettocult.it.
L’opera è il frutto della seconda annualità del progetto Per Aspera ad Astra – Come riconfigurare il carcere attraverso la cultura e la bellezza, promosso su tutto il territorio nazionale da Acri e sostenuto da 10 Fondazioni di origine bancaria, tra cui Fondazione Carispezia. Il percorso teatrale all’interno della casa circondariale della Spezia è curato dall’Associazione Gli Scarti, impresa di produzione teatrale d’innovazione.
L’iniziativa è stata presentato nel corso di una conferenza stampa online indetta dalla Fondazione.
Giunto nel 2021 alla terza edizione, Per Aspera ad Astra sta realizzando in 12 carceri italiane innovativi e duraturi percorsi di formazione professionale nei mestieri del teatro, che riguardano non solo attori e drammaturghi, ma anche scenografi, costumisti, truccatori, fonici, addetti alle luci. Coinvolge circa 250 detenuti, che hanno partecipato a più di 300 ore di formazione ciascuno. Ispirata all’esperienza ultra trentennale della Compagnia della Fortezza di Volterra, guidata dal drammaturgo e regista Armando Punzo, questa iniziativa ha dato vita a una rete nazionale di compagnie teatrali che operano nelle carceri e che condividono l’approccio e la metodologia di intervento.
L’esperienza condivisa testimonia come sia possibile lavorare nelle carceri mettendo al centro la cultura, lasciando che essa possa esprimersi a pieno e compiere una rigenerazione degli individui, che possa quindi favorire il riscatto personale e avviare percorsi per il pieno reinserimento del detenuto nel mondo esterno. Ad alimentare e rendere fattibile questo progetto c’è un’inedita comunità, composta da diversi soggetti, coinvolti ciascuno con ruoli diversi: Fondazioni di origine bancaria, compagnie teatrali che curano la formazione, direttori e personale degli istituti di pena, detenuti.
Neanche la pandemia ha interrotto l’esperienza: le limitazioni alle attività imposte dalle misure di contenimento della diffusione del contagio hanno spronato le compagnie partecipanti ad attivare formule alternative per proseguire le attività, dimostrando una forte capacità di resilienza.
Alla Spezia i laboratori teatrali – curati da Enrico Casale, Renato Bandoli e Simone Benelli – e i laboratori tecnici – curati da Daniele Passeri, Fabio Clemente e Alessandro Ratti – dell’Associazione Gli Scarti, continuano attualmente a svolgersi nel rispetto delle norme anti-Covid. L’obiettivo è, infatti, proseguire con il percorso che porta alla costruzione dello spettacolo, da tenere in tarda primavera o inizio estate. Se possibile, l’evento sarà aperto al pubblico, altrimenti si terrà in diretta streaming o si troveranno forme alternative di condivisione con la comunità, come è successo appunto con il percorso che ha portato alla realizzazione del film, oggi visibile a tutti, “CIÒ CHE RESTA – appunti dalla polvere”.
L’esperienza con la casa circondariale spezzina sarà inoltre tra le testimonianze raccontate nel corso dell’evento “Rigenerazione. Nuove sperimentazioni teatrali dentro e fuori il carcere”, organizzato in occasione della Giornata Mondiale del Teatro da Acri – venerdì 26 marzo (dalle ore 10.30) – nell’ambito del progetto Per Aspera Ad Astra. Interverrà all’incontro anche il Ministro della Cultura, Dario Franceschini.
Programma e registrazione all’evento entro il 23 marzo al link: https://www.acri.it/peraspera21/
“Per Aspera ad Astra” è un progetto promosso da Acri (l’associazione delle Fondazioni di origine bancaria) e sostenuto da Fondazione Cariplo, Fondazione Carispezia, Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo, Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia, Fondazione Cassa di Risparmio di Volterra, Fondazione Compagnia di San Paolo, Fondazione Con il Sud, Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna, Fondazione di Sardegna.
“Siamo fermamente convinti del valore culturale, sociale e umano del progetto Per Aspera ad Astra promosso da Acri – ha commentato Andrea Corradino, Presidente Fondazione Carispezia – Iniziativa che abbiamo deciso di sostenere per il terzo anno consecutivo insieme ad altre 9 fondazioni. Grazie alla collaborazione della casa circondariale spezzina e con l’impegno e la passione dell’associazione Gli Scarti possiamo portare avanti questa esperienza anche sul nostro territorio a beneficio dell’intera comunità. La cultura e la bellezza del teatro offrono ai detenuti un’occasione di riscatto personale e di formazione professionale e, allo stesso tempo, creano un dialogo tra ‘dentro’ e ‘fuori’, che può aiutare a ridurre le distanze tra questi due mondi apparentemente separati e a scardinare pregiudizi e paure”.
“Le Fondazioni di origine bancaria continuano a sostenere il progetto Per Aspera ad Astra, perché sono convinte della sua portata innovativa – ha affermato Giorgio Righetti, Direttore Acri – Da un lato, perché mette al centro l’arte e la cultura e produce sperimentazioni teatrali in condizioni estreme, come il carcere. Dall’altro, perché garantisce alle persone private della libertà l’accesso alla bellezza, un diritto di cui troppo spesso sono private. Uno degli obiettivi del progetto è, infatti, contribuire ad accendere i riflettori sulla piena applicazione dell’art. 27 della Costituzione italiana, innescando un processo virtuoso di ripensamento del carcere, delle sue funzioni e del rapporto tra il personale che vi opera e le persone detenute.
Così Anna Rita Gentile, Direttrice Casa Circondariale della Spezia: “La casa circondariale della Spezia, nonostante le difficoltà causate dall’emergenza pandemica rinnova, per il terzo anno consecutivo, il proprio interesse verso l’esperienza di laboratorio teatrale promosso da Acri con il sostegno delle Fondazioni di origine bancaria e condotto, con grande professionalità, dalla compagnia Gli Scarti. Il teatro in carcere assume una profonda funzione terapeutica e pedagogica, per la sua capacità di sostituire ruoli e dinamiche diversi da quelli propri della detenzione. Le persone ristrette, attraverso la pratica formativa del laboratorio, sviluppano nuove modalità relazionali basate sulla riscoperta delle proprie capacità piuttosto che sulla forza e sul controllo, sperimentando dunque competenze costruttive che aiutano il reinserimento nella società”.
“Siamo profondamente grati ad Acri, a Fondazione Carispezia e alla casa circondariale della Spezia per continuare a credere e investire su questo progetto – ha aggiunto Andrea Cerri, Presidente Associazione Gli Scarti – sposando la filosofia di fondo della Compagnia della Fortezza di Armando Punzo, alla quale ci sentiamo molto vicini: il teatro-carcere inteso non come mera attività ludico-ricreativa o rieducativa, ma come percorso dove l’elemento artistico è al centro e trae forza dalla particolare condizione della detenzione. Il teatro come esperienza vitale e creativa che ci mette tutti in discussione, che non vuole fornire risposte ma creare domande. Nell’epoca dei teatri chiusi e della pandemia questo lavoro ha assunto – per noi che da anni ci impegniamo in progetti di “teatro di comunità” in contesti di marginalità sociale – significati ulteriori e ci ha condotto a nuove modalità di relazione e di lavoro, come quella di sperimentare il linguaggio cinematografico per poter presentare l’esito artistico di questo percorso: “Ciò che resta”.